L'abitare, nella città, nel territorio. Il pensiero di Lorenzo Spagnoli tra teoria e progetto.

 

Scuola di Architettura Urbanistica - Ingegneria delle Costruzioni, via Ampère 2 Milano, Aula Gamma. 7 Maggio 2018.

Seminario. Città abitabile. Ri-pensare l'urbanistica: il disegno ella città regione.

Intervengono: Giovanni e Marianna Spagnoli, Alessandro Balducci, Anna Delera, Bianca Bottero, Maria Finzi, Francesco Peveri, Francesca Cognetti, Mara Pinardi, Stefano Casagrande, Luca Rascaroli, Mark Sterling, Fedele Canosa, Maurizio Caroselli, Emanuela Dentis, Corinna Morandi.

A un anno dalla scomparsa di Lorenzo Spagnoli, professore di progettazione Architettonica e Urbana fino al 2008 presso il Politecnico di Milano nelle sedi di Milano e Piacenza, il seminario intende raccogliere la sua eredità più viva attraverso una serie di contributi di allievi, di collaboratori, di professori che hanno scambiato con lui lavoro e amicizia. 


Il seminario affronterà due principali ambiti tematici che nel pensiero di Lorenzo Spagnoli sono stati tra loro strettamente intrecciati:

  • quello dell’abitare, della sua ideazione e del suo progetto;
  • quello della città, della sua storia e della sua attualità.

Gli interventi vogliono evidenziare:

  • un metodo didattico per guidare e sollecitare l’interesse degli studenti per le realtà complesse dell’abitare mantenendo un atteggiamento relazionale, pragmatico e aperto, ma al tempo stesso fermo nel richiedere al progetto - in quanto linguaggio - un impegno concettuale che egli definiva di “razionalità comunicativa”, con riferimento alla terminologia habermasiana;
  • un interesse sempre vigile per le città - testimoniato da numerose pubblicazioni e da intensi rapporti internazionali - le cui continue trasformazioni, anche nel rapporto con i loro territori, costituivano per Spagnoli una materia di studio sia rispetto al succedersi degli accadimenti storici, sia in riferimento agli esiti legati ai radicali mutamenti tecnologici e sociali in atto. Questo interesse, che nell’equilibrio tra città e territorio ritrovava il più ampio e antico significato dell’abitare, affermava la precisa volontà di evitare che, dopo la “crisi del modernismo” e la caduta dei “grandi racconti”, questo prezioso lascito delle civiltà del passato - il progetto dell’abitare - si arrendesse alle lusinghe un po’ ciniche del post-modernismo.

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